Qualche giorno fa abbiamo pubblicato su instagram un
resoconto dei migliori album usciti da marzo ad oggi (più o meno). Purtroppo, non
siamo riusciti ad inserire tutti, anche perché, i caroselli su insta sono da 10
foto… fortunati quelli che riescono a pubblicarne di più, se sapete come fare
ditecelo…
Nel post citavamo i freschissimi Chinbo con “Sintesi”, ep di
5 tracce prodotto e distribuito da mondo trasho, i torinesi Cruiserweight
Champion con l’omonimo ep, la ormai consolidata Sleap-e, i finnegans, la magia
di “Songs about cuddles” di Siouxie & the skunks, gli incazzati Votto, gli
ancora più incazzati Put pùrana che escono con uno split insieme ai francesi
Tromblon e gli Strebla con “Annegare”.
E poi gli unici esteri (svizzeri per la precisione) che aggiungiamo PERCHÈ SI, i Cage con il loro “Star system”.
Prima di arrivare alle recensioni, di cui non faremo dei post su instagram, vi ricordiamo ancora le uscite di band di cui avevamo già parlato: Tanz akademie, Riviera, Irossa.
Ora è il momento di parlare di cose nuove però…
Raga, i Saam sono tornati, e che figata!
Una lapide che segna la fine, ma soprattutto l’inizio, il
nuovo capitolo del loro percorso. Dopo alcuni anni di pausa sono più carichi
che mai e aggiungono al loro repertorio un gran bel pezzo.
I Saam sono un gruppo, ma prima di tutto un gruppo di amici.
Nascono a Genova nel 2017, senza grandi pretese, e nel 2018 pubblicano il loro
primo EP. “È facile consumarsi le unghie” fa il botto e li porta in tour in
giro per l’Italia e in Francia.
“Tomba” è il brano che hanno scelto per rientrare in scena. L’identità
emo-punk delle prime pubblicazioni è sempre lì, intatta, ma viene lasciato
spazio anche a calmi intervalli, come sospiri di sollievo. Chitarre, basso e batteria
si uniscono ad una voce forte, energica ma controllata, che ci accompagna alla
scoperta del senso profondo del pezzo. Non è altro che un inno, un po’ per
sfogarsi un po’ per tirarsi su, da cantare mentre si brinda tra amici con delle
Moretti in bottiglia.
“Berremo per dimenticare / La regola per non farci male”
Ed è solo la (nuova) “prima”. Chissà con cosa ci stupiranno
prossimamente. Nell’attesa andiamo a sentirli venerdì sera all’Adescide Fest.
Non vediamo l’ora J
Nel mentre il 22 aprile i milanesi L.UL.U ci hanno regalato “Insight”,
ep di 6 tracce.
L’EP si apre con “Paranoid Gloss”, un brano che colpisce come un pugno
nello stomaco. Orologi? Campane? Bu cose strane che però ad un certo punto.AAAAAAAAAAAAAAAAAA
Le urla di Chiara si fondono con le distorsioni delle chitarre di BlindFrankie, creando un’atmosfera claustrofobica e inquietante. La
batteria accelera il ritmo fino a farci sentire come se stessimo correndo
per le strade di Milano.
Ci sentiamo smarriti e confusi, i L.UL.U ci vanno forte con il
powerviolence e il fastcore. È un attimo che ci troviamo all’ultima traccia: “Slumber
/ Tu lo vedi il mare?”. Le percussioni martellanti e gli accordi dissonanti ci
portano verso una sorta di catarsi. In sostanza teneteli d’occhio, se vi
capita passate ad un loro live.
Recensioni a cura di: Irene Ciprian e Erik Di Francesco
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