Perchè boicottare SXSW Festival? Il festival in Texas da milioni di incassi sotto accusa

Dall’8 al 16 Marzo si è svolta ad Austin, Texas l’edizione 2024 del South by Southwest (SXSW), storico festival annuale principalmente dedicato a musica e cinema ma che ospita anche altre forme d’arte, conferenze e podcast. Gli ospiti organizzano centinaia di eventi simultanei distribuiti all’interno dell’Austin Convention Center, uno spazio di 82.000 metri quadrati.


L’area del festival dedicata alla musica (SXSW Music) è sempre stata considerata uno dei più importanti palcoscenici nel mondo della musica indipendente. Etichette e band organizzano showcase per migliaia di spettatori ed esponenti dell’industria discografica.

La continua crescita ed espansione di SXSW ha portato numerose critiche, in particolare riguardo alla retribuzione dei musicisti. La politica del festival infatti prevede che gli artisti possano scegliere tra un ingresso gratuito, oppure un compenso fisso (150$ per artisti solisti, 350$ per le band) senza ingresso, che per la sola area musicale costa 630$ a persona. In media a SXSW Music accedono oltre 28.000 persone ogni anno, su quasi 300.000 visitatori totali.


Prima dell’inizio dell’edizione del 2024, SXSW ha pubblicato la lista dei “super sponsor” che avrebbero finanziato e partecipato al festival, che include US Army, US Navy e RTX Corporation (precedentemente conosciuta come Raytheon), produttore di missili e armi per l’esercito americano.

Il 4 marzo Squirrel Flower ha annunciato di avere annullato i propri showcase ufficiali in solidarietà con il popolo Palestinese, che dallo scorso ottobre è sotto brutale e costante attacco da parte dell’esercito israeliano con il finanziamento e le armi fornite dal governo statunitense. Oltre 80 artisti hanno immediatamente appoggiato e preso parte alla protesta ritirandosi dal festival.

Mentre la notizia veniva ripresa dalle maggiori pubblicazioni musicali e giornalistiche internazionali, le band italiane partecipanti a showcase ufficiali SXSW (tra cui Tiger! Shit! Tiger! Tiger! e Bee Bee Sea) non si sono espresse in merito, continuando a pubblicizzare entusiasticamente le date sui social insieme alle proprie etichette, senza mai menzionare l’elefante nella stanza.
Una decisione lecita, ma moralmente ed eticamente opposta ai principi di inclusività e solidarietà su cui si fondano le scene DIY a cui spesso si appoggiano questi artisti.


Da anni si discute di trasparenza e accountability nella scena, lavorando collettivamente al fine di creare spazi sicuri per tutti. È disarmante e demoralizzante il silenzio totale da parte di tutte le persone coinvolte. Come ci si può aspettare di avere una scena sana quando ci sono ancora persone che non sono nemmeno disposte ad esporre le proprie motivazioni per apparire ad un evento patrocinato da organizzazioni attivamente complici di un genocidio in corso?


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