Turin moving parts - intervista

Da che esigenze nasce Turin Moving Parts?

Il collettivo nasce dall'esigenza di trovare uno spazio di risalto per l'emo e lo screamo a Torino, genere che purtroppo negli ultimi anni non ha avuto molto respiro in città (questa è anche una call per tutti i progetti torinesi skramz che potremmo non aver ancora individuato nei nostri radar gattini, se fate emo scriveteci!). Vorremo creare una scena più coesa, non solo per condividere con tutt* la nostra passione, ma anche perché l'emo professa amore e libertà di espressione, quindi la propagazione dell'emo non è solo musicale ma anche politica e affettiva. 

I locali sono ben disposti ad ospitare le vostre serate? 

Inizialmente abbiamo riscontrato qualche problema a trovare le venue, più che altro se non dimostri ai locali che quello che gli proponi è ben strutturato e  porterà gente, spesso preferiscono dare la precedenza a collettivi già affermati. Dopo la prima stagione, che è stata gentilmente ospitata dal Machito, ci siamo potut* proporre anche ad altre venue; i gestori dei locali avevano sentito parlare dei nostri primi concerti e sono stati piuttosto disponibili a collaborare. Alla fine gli appassionati ci sono dappertutto e i locali a cui facciamo riferimento sono sempre presi bene a ospitare band più underground. 

Siete riusciti a portare a Torino gruppi come i Lantern, mi sembrano dei grandi traguardi di cui sono molto felice, ma l’obiettivo ultimo qual è? 

Il nostro obiettivo ultimo non è tanto portare delle band più mainstream o canonicamente grosse - anche se ci piacerebbe molto avere la tranquillità economica per ospitare band estere - quanto più fare conoscere al maggior numero di gente possibile il genere, invogliare le nuove leve a sperimentare e, soprattutto, avere un pubblico di base così fiducioso della figaggine delle nostre serate da poter piazzare band più piccole ed esordienti e farle conoscere in giro.


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