Spore - intervista

Ciao ragazzi, mi raccontate come vi siete conosciuti? 

Intanto ciao a te! Le dinamiche con cui ci siamo conosciuti sono un po’ strane, arriviamo quasi tutti da ambienti differenti che però nell’ultimo periodo stavano iniziando a intrecciarsi: alcuni di noi suonavano già insieme in altri gruppi altri erano solo amici o conoscenti. Un giorno io (fede) mi sono deciso a fare dei pezzi per un progetto che potesse coinvolgere anche altre persone. Finita l’estate in occasione del festival vertebre dell’anno scorso (il festival che organizziamo e a cui ci hai sentiti) abbiamo finalmente messo su l’organismo effettivo che porta avanti la rete neurale delle spore. 

Se poteste raccontare una storia attraverso un tour dei luoghi di Torino che hanno ispirato la vostra musica, quali sarebbero quelli da visitare? 

È una domanda interessante, la nostra musica a noi trasmette veri e propri paesaggi liminali. Raccogliendo posti un po’ da tutto il gruppo, l’itinerario sarebbe ambientato d’autunno; quando la nebbia da forma alla luce dei lampioni di notte ed è visibile ma sempre troppo lontana per essere afferrata sia come concetto che materialmente, comunque senza divagare eccessivamente potrebbe iniziare la mattina molto presto in Valdo fusi sopra le collinette, un posto a cui alcuni di noi sono incredibilmente legati, il pezzo aspettando che spiova viene direttamente da quel cratere urbano. Poi potrebbe continuare sul lungo Po sotto un ponte in zona Molinette Carducci dove la mattina i raggi del sole si rifrangono sulle pareti dello stesso creando forme pazzesche. Realisticamente passerebbe dalla “tana del licaone” nome dello studio dove proviamo da sempre e nel garage di fede zona Metro Dante per poi verso pranzo andare verso la collina, dove dietro la Gran Madre c’è il parco di Villa Genero (ora una materna credo). Quando inizia a farsi tardi un bel kebab in piazza Nizza (posto che probabilmente teniamo in vita noi da tutti i soldi che gli abbiamo dato) si fanno un po’ di discorsi prolissi senza mai un‘effettiva coda e poi si va al magico Paso occupato a spaccarsi la schiena. Dovesse esserci tempo la scelta seguente sarebbe Superga, per un’ultima veduta su luci e ombre di Torino. 

Rispetto ad altre città come Milano o Napoli come vedete la scena musicale torinese? 

Onestamente non conosciamo da vicino le dinamiche interne che muovono le scene nel resto di Italia, quindi parliamo della nostra città. Penso che ci sia molto fermento nella scena, che però spesso rimane anonima e non riesce ad emergere, anche perché non ci sono aiuti dall’alto se il tuo obbiettivo primario non è la vile pecunia. Sta crescendo un germe qui nella periferia esoterica della omertosa pianura padana, ma penso che la nostra generazione sia propedeutica a qualcosa di più grande… non lo so mi piace pensarla così.


Raccontatemi l'ultima stronzata che avete fatto... 

Suonare al cap10100 e aver risposto in modo troppo serio alle domande.



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